APRIRE L’AUTO SENZA CHIAVI, E’ POSSIBILE

Condividi:

Con i chip sottocutanei sparirà il problema dell’aver dimenticato le chiavi dell’auto

Aggiornamento 28 Gennaio 2022

Sebbene la pandemia internazionale abbia calamitato le priorità lontano da queste dinamiche, riprendiamo i punti sullo sviluppo di tecnologie sottocutanee finalizzate alla semplificazione nella gestione quotidiana dell’accesso a luoghi e risorse.

Quante volte vi è capitato di dimenticare le chiavi dell’auto?

Quante altre volte avete ribaltato tasche, zaini o borse per cercare dove le aveste lasciate?

Presto questi problemi potrebbero essere preistoria.

La tecnologia è arrivata a sviluppare dei microchip che sono applicabili sotto pelle e che ci potranno aiutare, tra le altre, ad aprire la propria auto.

COME FUNZIONA?

Similarmente alla chiave per l’auto “key less”, la tecnologia che agisce per l’apertura dell’auto è il RFID, dispositivo per l’identificazione a radiofrequenza.

In poche semplici parole, la tecnologia RFID permette uno scambio di informazioni tra il chip, situato all’interno della chiave dell’auto ed uno situato nell’auto. Tale scambio di informazioni permette di dare origini a processi elettronici, come ad esempio sbloccare o bloccare la chiusura dell’auto, oppure attivare o disattivare l’accensione del motore.

Solo che, mentre nel caso delle chiavi “key less” nelle quali il chip è collocato all’interno della chiave stessa, si potrà prevedere di iniettare il chip sotto la pelle.

E’ probabile che già abbiate un chip con potenzialità RFID analoghe con voi: dentro la vostra carta di credito, oppure se avete un animale domestico con microchip (per l’identificazione dell’animale) è proprio di questo che stiamo parlando.

ALTRE APPLICAZIONI?

I cyborg cittadini sono circa 10.000 nel mondo, di cui il 30% in Svezia.

In ambito aziendale il chip sottocutaneo è già in funzione in alcune multinazionali come sostituto del cartellino o badge. Il lavoratore viene geolocalizzato e attiva automaticamente l’entrata e l’uscita dal posto di lavoro grazie a questo sistema.

La Svezia pare al momento essere il paese con il maggior numero di Chip installati: nel 2018 circa 3.000 cittadini lo avevano già in utilizzo e grazie a questa espansione (seppur di piccole dimensioni), le ferrovie dello stato svedesi sono in grado di “riconoscere i cittadini con chip” e di avviare in automatico il pagamento dei ticket quando salgono a bordo di un treno.

L’estensione delle funzionalità può anche vertere su “pagamenti elettronici” senza carta di credito. Oppure aprire le porte di casa o dell’ufficio.

Anche in ambito medico ci sono varie soluzioni, come ad esempio un chip ad hoc per controllare i livelli di glucosio e colesterolo nel corpo e tenerli così sotto controllo.

Le applicazioni di questa tecnologia sono davvero numerose.

DOVE SI INIETTA?

Il costo dell’iniezione del chip è di circa 150 dollari.

Lo si impianta di solito tra pollice e indice. Si può optare anche per il braccio: il punto è che si sceglie una parte del corpo prossima al gesto che dobbiamo svolgere per far funzionare la trasmissione del RFID.

Per impiantarlo ci si può recare presso centri specializzati, oppure comprare dei kit che consentono di impiantarlo in automomia.

QUALI INFORMAZIONI SI POSSONO INSERIRE?

Sul chip possono essere registrate informazioni personali relative all’identità (come carta di identità o dati della patente), ma anche numero di carta di credito, tessera sanitaria e quant’altro faccia capo al proprio “bagaglio” informativo, password incluse.

E IN AMBITO AUTOMOBILISTICO?

Al momento non ci sono informazioni su sistemi di serie pensati in questa direzione.

Se non in ambito di testing.

Una Youtuber, dopo aver estratto il chip dalla chiave della macchina ed esserselo implementato sotto pelle, ha fatto un esperimento con una Tesla Model 3: https://www.youtube.com/watch?v=PzyPmUGNiqI

E LA SALUTE?

Non ci sono ancora studi scientifici sugli effetti collaterali di questa tecnologia.

I veterinari impiantano ormai da anni microchip negli animali domestici (nella zona del collo) proprio per scopi identificativi.

Ma anche a livello veterinario le informazioni o studi su eventuali effetti collaterali sono per ora quanto meno difficili da individuare.

O almeno, in questa fase di elaborazione dell’articolo non ne abbiamo ritrovati.

Qualora aveste maggiori dettagli di carattere scientifico (pubblicazioni accademiche o pubblicazioni su rilevanti riviste internazionali di medicina) vi invitiamo a scrivere sulla nostra pagina facebook per aiutare anche gli altri lettori ad avere maggiori conoscenze su questo delicato argomento.

Non si può escludere che in futuro studi scientifici basati sugli stati di salute di questi pionieri Cyborgs possano dare esiti positivi o negativi. Occorre aggiornarsi costantemente su queste tematiche.

LA PRIVACY?

Assistiamo ogni giorno all’erosione della nostra privacy e delle nostre libertà in favore di crescenti prestazioni di servizi, dalle applicazioni sul nostro dispositivo cellulare in avanti.

Questo dei chip, passo verso cui prima o poi tenderemo tutti, sarà solo un nuovo livello di assorbimento del proprio “io” all’interno del mondo “online” o “onlife” come recentemente è stato coniato il contesto in cui viviamo ormai del tutto sinergico tra online e offline.

Il tema che ci dovrebbe stare sempre più a cuore è piuttosto la sicurezza dei dati e delle informazioni, che vengono raccolte, immagazzinate, analizzate negli spazi virtuali e poi utilizzate per offrire in cambio servizi che assumono sempre di più la valenza dell’essere “indispensabili”.

Condividi:

Aggiungi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.