CICLISTI: REGOLE PER SUPERARLI

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Il codice della strada tutela i ciclisti imponendo determinate condotte agli automobilisti. Ma vediamo anche come devono comportarsi le persone quando sono sulla 2 ruote

Anche il nostro paese sta sempre di più guardando alla mobilità lenta con attenzione.

Pensate che 1,7 milioni di italiani utilizzano sistematicamente le due ruote nel corso dell’anno – il 3,6% della popolazione mobile – e che, nel corso del 2015, hanno pedalato in totale per oltre 5,7 miliardi di chilometri, il che equivale a quasi 15mila volte la distanza tra la Terra e la Luna.

A livello di economia, il nostro paese è il primo produttore di bici in Europa: un giro d’affari di 488 milioni di euro, cui si aggiungono 483 milioni da vendite di parti e accessori per un pubblico che è sempre più esigente e 190 milioni per le riparazioni.

Nelle nostre città aumentano le piste ciclabili, nascono sempre più aziende di “bike-sharing”, fiorisce il mercato delle bici elettriche, aumentano le rastrelliere per la sosta dei cicli e velopark.

Per le città caratterizzate da “sali e scendi” le bici elettriche, sempre più a portata di tutti i portafogli, potranno essere la risposta migliore per coniugare la slow-mobility con la sua reale fattibilità.

Per il bel paese, caratterizzato da un clima mite e spesso soleggiato, è una bella notizia che certamente renderà più salubri nel nostre città – in conseguenza della diminuzione dei veicoli a motore – e migliorerà la qualità di vita delle persone, in relazione al maggior movimento fisico che mediamente faremo.

Pensate che:

  • Questa evoluzione a due ruote ha già consentito un risparmio di carburante pari ad un valore di 127 milioni (all’anno), che si trasforma in riduzione di emissioni di gas serra, contenimento del rumore e miglioramento della qualità dell’aria;
  • la sedentarietà è considerata responsabile del 14,6% dei decessi in Italia e di costi sanitari per 1,6 miliardi ogni anno.

Leggi anche questo interessante approfondimento macro-econimico relativo ad uno studio effettuato nella città di Bologna, secondo il quale: “(…)Con un investimento iniziale di 10 milioni di euro (più 16 milioni di euro l’anno per il mantenimento di servizi e infrastrutture) il Comune di Bologna potrebbe generare un ritorno economico nell’ordine di 32 milioni di euro l’anno (…)”.

E’ previsto anche un importante aumento del turismo lento a due ruote: altra fonte interessante per la nostra economia.

Attualmente il turismo a due ruote è stimato valere 3 miliardi di euro all’anno.

Insomma: a tutto tondo la bicicletta è davvero un’ottima risorsa.

 

CONVIVENZA TRA BICI E AUTO

Ovviamente, queste previsioni si rifletteranno anche in una sempre maggiore necessità di buona convivenza tra automobilisti e ciclisti. Aspetto che “storicamente” non è sempre stato caratterizzato per essere “rosa e fiori” (si pensi allo sketch di Gioele Dix sul “io sono un automobilista”).

Al di là degli aspetti “leggeri”, il tema è davvero molto serio.

In Italia ogni anno mediamente muoiono 250 persone perché investite da auto mentre si trovavano in bicicletta e 16.000 vengono ferite, anche gravemente.

La delimitazione degli spazi destinati all’uno o all’altro mezzo sono misure fondamentali (piste ciclabili), anche se non è sempre semplice per i piani urbanistici adeguare la rete ciclabile alle esigenze di spostamento a 360° sul territorio urbano ed extra-urbano.

La convivenza rimarrà quindi ancora e sempre di più necessaria e per questo viene normata.

 

IL CODICE DELLA STRADA PER GLI AUTOMOBILISTI

Partiamo dalle regole a cui sono soggette le autovetture.

Il primo aspetto da considerare è che al momento vige ancora una sorta di lacuna normativa, seppure vi sia un testo di legge in fase di approvazione parlamentare.

In altri paesi europei, come Spagna e Francia, le cose sono molto più chiare e definite: la distanza laterale prevista per il sorpasso delle biciclette è di 1,5 metri di spazio di sicurezza.

Il buon senso porta ad osservare questa regola per diverse ragioni.

La prima è lo spostamento d’aria.

Infatti ad una velocità superiore ai 60 Km deve essere considerato che l’autovettura provoca spostamenti d’aria in un raggio limitrofo. Questi possono causare la caduta del ciclista.

Occorre poi tener conto che le strade – spesso mal ridotte – possono presentare buche, tombini, rigonfiamenti o altre “malfomazioni”: ecco quindi che rispettando una distanza di almeno 1,5 metri diminuiscono le possibilità che,

 

in caso di caduta o improvvisa variazione di asse di percorso, il ciclista sia investito dalla nostra automobile.

E’ molto probabile che questa indicazione divenga legge e sarà integrata nel nostro codice della strada.

Ovviamente le altre regole sono le medesime già vigenti: obbligo di segnalazione del sorpasso (freccia di segnalazione) e superamento a sinistra.

Nel testo di legge in fase di approvazione parlamentare, si parla anche delle sanzioni previste, che riguardano sia multe, sia decurtazione di punti sino alla sospensione della patente.

 

IL CODICE DELLA STRADA PER I CICLISTI

Vale la pena sottolineare che spesso e specialmente presso le strade extra-urbane, assistiamo a comportamenti scorretti e insicuri ad opera dei ciclisti.

Il Codice della Strada entra anche in merito al comportamento al quale il ciclista deve attenersi per rispetto della propria sicurezza e quella degli altri.

Ecco cosa espone il vigente Articolo 182 del Codice della Strada, al comma 1: “i ciclisti devono procedere su unica fila in tutti i casi in cui le condizioni della circolazione lo richiedano. Comunque non dovranno procedere affiancati in numero superiore a due. Quando circolano fuori dai centri abitati devono sempre procedere su unica fila, salvo che uno di essi sia minore di anni dieci e proceda sulla destra dell’altro”.

In altre parole: i ciclisti possono disporsi “a coppia” solamente presso i centri abitati.

Mentre nelle strade extra-urbane devono procedere rigorosamente in fila indiana (a meno che non siano presenti minorenni).

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